Con
le numerose
riforme previdenziali iniziate negli anni novanta le pensioni pubbliche
saranno
sempre più magre, per cui il
divario fra
l’ultimo stipendio percepito in servizio e l’importo della pensione è
destinato
ad aumentare nel tempo. E’ opportuno, perciò, che all’atto della
cessazione del
rapporto di lavoro, si disponga di una seconda pensione che, aggiunta a
quella
erogata dall’Inpdap o dall’Inps, riduca la forbice fra ultimo stipendio
e prima
pensione.
Il
fondo
Espero è nato proprio con “…
lo
scopo di consentire agli aderenti di disporre,
all’atto del pensionamento, di prestazioni pensionistiche complementari
del
sistema obbligatorio pubblico..” (art. 3 dello Statuto).
E’
operativo dal 12 maggio 2004, data di autorizzazione della Covip (Commissione di vigilanza sui
fondi pensione) ed è riservato a docenti, ata e dirigenti scolastici
con
contratto a tempo indeterminato anche in part-time, a tempo determinato
non
inferiore a tre mesi continuativi, nonché ai dipendenti:
-
dei
conservatori e delle accademie, comparto Alta Formazione artistica e
musicale (AFAM);
-
delle
scuole paritarie, private, legalmente riconosciute che applicano il
contratto Aninsei;
-
della
formazione professionale con contratto Forma e Cenfop;
-
del British
Council.
Adesione
ad Espero
L’adesione
al fondo Espero, libera e volontaria, avviene sottoscrivendo il modulo
di
iscrizione scaricabile dal sito www.fondoespero.it e consegnandolo alla segreteria
dell’istituzione presso cui si
presta servizio.
L’iscrizione
comporta per tutti:
-
una
quota d’iscrizione una tantum di 2,58
€;
-
una
quota associativa annua stabilita dal Consiglio d’amministrazione non
superiore
allo 0,12% della retribuzione utile, costituita da tutte le voci fisse
e continuative del cedolino (per docenti e ata: stipendio, indennità
integrativa, retribuzione professionale docenti, compenso individuale
accessorio, tredicesima mensilità);
-
un
contributo mensile al fondo dell’1% della propria retribuzione.
Inoltre:
-
per
gli assunti a tempo indeterminato/determinato dopo
il 31/12/2000,
comporta il versamento al fondo di tutte le quote mensili di
trattamento di
fine rapporto (T.f.r.) che maturano dalla data di iscrizione al fondo
(il 6,91% della retribuzione);
-
per i
dipendenti pubblici con contratto a tempo indeterminato
entro
il 31/12/2000 e attualmente in regime
di
trattamento di fine servizio (TFS), la trasformazione del
t.f.s.
(buonuscita) in t.f.r. e il
versamento mensile al fondo del 2%
delle quote di t.f.r. maturate dall’iscrizione;
Gli
iscritti ex t.f.s. possono aggiungere un contributo mensile dell’1 o
del 2%,
quelli in tfr dall’1 al 10%.
L’obbligo
di passare dal tfs
al tfr per poter
aderire ad Espero ha costituito, per tanti dipendenti in regime di tfs,
una
remora all’iscrizione al fondo, nel presupposto che la buonuscita fosse
“più
conveniente” del tfr. La questione è di fatto superata giacché la
manovra estiva
2010, legge n. 122/10, ha esteso dal 1° gennaio 2011 il tfr anche ai
dipendenti
finora in tfs.
Nel sito
del fondo www.fondoespero.it,
è
possibile trovare lo statuto, il modulo d’iscrizione, la nota
informativa e
tante altre indicazioni utili ad assicurare una scelta di adesione
consapevole.
E’
altresì possibile la consulenza telefonica o via mail.
ESPERO
Via Fiume Giallo 3 – 00144
– Roma
Consulenza telefonica al numero 848800270: lunedì – venerdì
9.00-13,00; 14,30-17,00
Altri recapiti : 0652205402-
0652279155
Fax: 0652272348
Mail:
info.aderenti@fondoespero.it
Come
si costituisce la seconda
pensione
La
pensione Espero, oltre che sul contributo mensile del lavoratore e del
datore di
lavoro, punta sul fisco e sul trattamento
di fine rapporto
(T.F.R.)
Il
fisco,
in considerazione della finalità sociale del fondo, rende deducibile
dal
reddito complessivo i contributi versati dal lavoratore e dal datore di
lavoro,
quindi l’associato al fondo ha uno sconto direttamente in busta paga di
almeno
il 23% del contributo versato. La stragrande maggioranza dei
dipendenti,
superando i 15.000 € l’anno di reddito imponibile, risparmia il 27%.
Anche
in
sede di imposizione dei rendimenti maturati e delle prestazioni erogate
(pensione
e/o capitale) non si applica la tassazione ordinaria ma un regime
fiscale più
favorevole.
Le
quote
di t.f.r. maturate annualmente (6,91% della retribuzione), soggette per
i non
aderenti ad una rivalutazione automatica dell’1,5% fisso più il 75% del
tasso
di inflazione annua, vengono investite dai gestori finanziari di Espero
nella
prospettiva di generare un rendimento maggiore del suddetto indice di
rivalutazione
del t.f.r.
L’effetto
combinato dei contributi versati, del fisco e del t.f.r., dovrebbe
garantire
una prestazione integrativa che valga, nell'ipotesi di permanenza del
fondo
per tutta la vita lavorativa, attorno al 20% delle ultime retribuzioni.
Lo
statuto di Espero esclude la gestione diretta delle risorse. La
gestione
amministrativa del fondo è affidata alla società di service
amministrativo Previnet,
il patrimonio versato
presso la banca
depositaria, Istituto Centrale
delle Banche Popolari
Italiane. Il patrimonio iniziale conferito in
gestione ad aprile 2009,
dopo la prima fase transitoria, è di 163.431.674 € distribuiti nei due
comparti Garanzia, 27.358.170,38 € e Crescita, 136.073.503,38 €.
Il
comparto Garanzia, indicato per quanti propendono
per un rischio basso, magari
perché alle soglie del pensionamento, è gestito interamente da
Ina/Assitalia e
Generali Sgr. Il
comparto è caratterizzato da una garanzia di
capitale e di rendimento
pari al 2,5 % lordo annuo al lordo dell’imposta;
Il
comparto Crescita, indicato
per
quanti hanno un orizzonte temporale medio e una propensione media al
rischio, è
gestito da Pioneer per una quota del 15%, Eurizon del 15%,
Unipol/JMorgan 20%,
Groupama 30%, State Street 20%.
Prestazioni
erogate da Espero
-
Pensione complementare di vecchiaia:
almeno 5 anni di iscrizione
e 65 anni di età ( le donne nate entro
il 31/12/1950 possono conseguire la
pensione dal 2011).
La misura della pensione dipenderà
dall’entità
dei contributi versati, dalla durata dei versamenti, dai costi di
gestione, dai
rendimenti conseguiti dal fondo, dalla speranza di vita del
beneficiario. Il calcolo, infatti, si basa sui
contributi accantonati mensilmente, che investiti dai gestori
finanziari, determinano
un montante contributivo che,
all’atto del pensionamento, viene trasformato in rendita applicando ad esso appositi
coefficienti
attuariali rapportati alla speranza di vita.
La pensione ottenuta si può rivalutare
ogni
anno in base ai
risultati di gestione
ottenuti annualmente dal fondo. E’ possibile anche renderla reversibile
giacché
l’iscritto può designare, al momento del pensionamento, un beneficiario
al
quale sarà corrisposta la rendita al suo decesso. In tale caso
l’importo della
pensione sarà calcolato sull’attesa di
vita del
beneficiario più giovane.
- Pensione complementare di anzianità: almeno 15 anni d'iscrizione
(ridotti a 5 fino al 2019), cessazione dell'attività lavorativa, almeno
55 anni d'età..
Valgono le altre considerazioni fatte
per le
pensioni di vecchiaia.
-
Pensione
e capitale: se si
matura il diritto a pensione di vecchiaia o anzianità si può percepire
sotto forma
di capitale fino al 50% del montante accumulato. Il fisco agevola la
prestazione sottoforma di capitale se essa non supera di 1/3 la somma maturata.
-
Capitale
: se l’importo della pensione maturata è inferiore all’assegno sociale (410
€
nel 2010) l’iscritto
può optare per la
liquidazione in capitale dell’intero importo maturato.
-
Riscatto
per cessazione o cambio dell’attività lavorativa:
in caso di
cessazione del rapporto di lavoro prima del pensionamento o cambio di
lavoro, l’iscritto
ha diritto ad acquisire tutto l’importo maturato
(in alternativa, può
optare per il trasferimento ad altri fondi
o piani pensionistici individuali
o
mantenere la posizione individuale ad Espero in assenza di
contribuzione).
-
Riscatto
per decesso dell’iscritto:
in caso di morte
dell’associato prima del suo pensionamento la posizione
individuale è trasferita al
coniuge, in sua mancanza ai figli in parti uguali, in mancanza di figli ai genitori se
conviventi e a carico.
In assenza di tali soggetti l’iscritto può nominare un
beneficiario, in mancanza del quale la
posizione resta acquisita al fondo.
-
Anticipazione
delle somme maturate. Con almeno 8 anni d’iscrizione si può
richiedere
l’anticipo della somma accumulata per acquisto o ristrutturazione della
prima casa
per sé o per i figli, spese sanitarie straordinarie sostenute e
documentate. Si
può reintegrare la propria posizione.
Il
trattamento di fine rapporto, esteso dal 2011 a tutti i dipendenti
pubblici, deriva
da accantonamenti mensili del 6,91% della retribuzione, rivalutati
annualmente
con un tasso annuo dell'1,5% fisso più il 75% del tasso di inflazione
annuo.
Chi aderisce ad Espero “congela” all’Inpdap il t.f.s./t.f.r. accumulato fino a quel
momento e versa al
fondo le quote mensili di t.f.r. maturate dalla data di iscrizione.
Quando
andrà in pensione percepirà dall’Inpdap il t.f.s./t.f.r. accantonato e
annualmente rivalutato,
da Espero la
pensione di vecchiaia o anzianità.
Al
momento del pensionamento, se ha bisogno di liquidità, può chiedere ad
Espero,
in cambio di una pensione di importo inferiore a quello maturato, di
erogargli
parte del montante accumulato sottoforma di capitale.
L’obbligo
di trasferire il tfr al
fondo
costituisce per tanti dipendenti una
remora all’iscrizione al fondo,
nel
presupposto che il t.f.r. è “più sicuro” di Espero.
Espero
non ha fini di lucro, quindi non è gravato dei
costi impliciti degli
altri prodotti previdenziali individuali che devono assicurare ricavi a
soggetti differenti dagli iscritti.
La
“proprietà” di Espero è pariteticamente divisa fra i lavoratori
associati e
l’amministrazione che versa il contributo a carico del datore di lavoro.
La
larga
platea a cui si rivolge Espero assicura economie di scala e costi di
gestione
contenuti.
Il
contributo
mensile del datore di lavoro e le agevolazioni fiscali sulle
contribuzioni
versate, sui rendimenti delle somme gestite e sulle prestazioni
maturate rappresentano
un reale vantaggio riservato solo a chi aderisce al fondo.
Tutte queste considerazioni, unite anche alla possibilità di optare per un comparto con garanzia di capitale e di rendimento, evidenziano che l’adesione ad Espero è un’opportunità che può produrre, in un’ottica di previdenza, benefici maggiori della rivalutazione automatica del trattamento di fine rapporto. Da aprile 2009, data dalla quale la gestione è stata interamente affidata ai gestori finanziari individuati da Espero, i rendimenti ottenuti dal fondo in entrambi i comparti hanno nettamente superato la rivalutazione automatica del t.f.r.. Il confronto va ripetuto nel tempo per verificare la convenienza dell'opzione, ma non si può non sottolineare che, al momento, gli oltre 80.000 associati che hanno aderito ad Espero hanno fatto la scelta più opportuna.